Gattuso: "Oggi siamo stati una banda..."

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SCONFITTA - Succede che per giocare a calcio non basta la tecnica… quando manca la voglia e l’anima è difficile. Una settimana fa a Napoli ci hanno fatto tutti i complimenti, ora c’è stata un’involuzione. Non si possono sbagliare così tanti movimenti sugli attaccanti. Io lo dico da sempre che non è il numero delle punte che determina i gol: oggi in attacco abbiamo fatto dei casini pazzeschi. Ed il primo responsabile sono io e dovrò farmi delle domande. 

CALO FISICO - L’intensità fisica manca ed è un dato di fatto. Il Benevento sapevamo che era una squadra sbarazzina che ci poteva mettere in difficoltà. Sapevamo a cosa andavamo in contro. In questo mese e mezzo dobbiamo capire cosa siamo. Io so bene chi possiamo essere. Ora bisogna lavorare, abbiamo fatto una figuraccia e dobbiamo metterci la faccia. Possiamo interpretare meglio le partite, con umiltà e voglia: penso che in questo momento ci stia mancando proprio questo. 

FASE OFFENSIVA - Sono arrabbiato per i movimenti. Lo sviluppo è stato anche buono, ma come ci muoviamo? Sembriamo la banda musicale! So che in questo momento gli attaccanti stanno facendo difficoltà, ma è un discorso anche di caratteristiche che in questo momento non abbiamo. Calhanoglu è fuori, Suso se non c’è non abbiamo un ricambio con le sue caratteristiche. Abbiamo tanti giocatori giovani che soffrono la pressione e non riescono a fare gol: dobbiamo migliorare su questo. 

ATTEGGIAMENTO - Oggi non abbiamo portato praticamente mai pressione. Gli abbiamo fatto il solletico, quando volevano andavano in porta. 

EUROPA LEAGUE - Dobbiamo guardarci in faccia. Il problema non è come sviluppi il gioco, ma come lo interpreti. Se non hai veemenza, quell’occhio col sangue dentro è difficile. Non basta reagire dopo aver preso una mazzata. Ci vuole di più. Ci vuole voglia, grande applicazione. Bisogna sentire la puzza prima, non dopo. 

GOL IEMMELLO - Dopo il gol di Brignoli dissi che era meglio una coltellata? Oggi mi vergogno. Oggi provo tanta amarezza perché sentivo il pericolo già tre giorni fa. Il rammarico più grande forse è che non ho fatto capire alla squadra l’importanza della gara. Mi sento il primo responsabile. 

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