Un solo club della scorsa Serie A e due neopromesse possono sfruttare il numero massimo degli slot a disposizione per tesserare calciatori extracomunitari, mentre quasi la metà deve correre ai ripari con i giovani cresciuti nel proprio vivaio e tre devono risolvere con degli italiani. Regolamento alla mano, questo è il quadro dei venti club prossimi ai nastri di partenza nella massima serie. La querelle nel calciomercato Juventus, con i dirigenti che continuano a fare valutazioni tra Douglas Costa e Danilo (oltre a Bentancur), accende i riflettori su uno dei cavilli del regolamento che offre un primo spunto interessante.

Solo Sassuolo, Spal e Benevento possono tesserare un massimo di tre extracomunitari in questa sessione di mercato, non avendo più di un calciatore extracomunitario tesserato allo scorso 30 giugno. Gli altri, invece, non possono andare oltre i due acquisti, con l’obbligo di sostituire elementi in organico. Per due che entrano due ne devono uscire, insomma. Con uno dei due che deve già essere nel giro delle Nazionali del proprio Paese.

L'altro aspetto che va tenuto fortemente in considerazione anche quest’anno è relativo ai posti riservati ai giocatori cresciuti nei vivai. Quattro dei venticinque atleti indicati sulla lista di ogni club devono provenire dal settore giovanile (con una permanenza di almeno tre stagioni consecutive), mentre almeno altri quattro devono essere cresciuti nel vivaio di qualsiasi altra squadra italiana. Chi non dovesse riuscire a coprire gli slot blindati, sarà costretto a presentare una lista ridimensionata tanto quanto il numero di giocatori non tesserati.

Il primo aspetto pesa su sette club: Benevento, Bologna, Chievo, Crotone, Spal, Torino, Hellas Verona; il secondo, invece, ne richiama al lavoro tre: Fiorentina, Lazio e Roma.

Secondo l'analisi precedente, questa la situazione in casa Benevento:
3 extracomunitari da poter tesserare
4 giovani provenienti dal vivaio
0 italiani da tesserare