Solo l’intervento di diversi contingenti, in occasione dell'episodio, aveva evitato il contatto tra gli appartenenti alle diverse compagini del tifo organizzato.
All’arrivo dei rinforzi della Polizia di Stato, sollecitato da un equipaggio che aveva notato i tifosi sanniti, avanzare pericolosamente nella direzione di quelli laziali, i sostenitori del Benevento erano scappati in diverse direzioni per sottrarsi all’identificazione.
Dopo gli inseguimenti, sei di loro, dei quali due avevano anche opposto resistenza, erano stati fermati ed accompagnati in ufficio, per la valutazione delle rispettive posizioni. La ricostruzione della dinamica degli eventi, effettuata nei giorni successivi ai fatti, grazie anche all’acquisizione e visione delle immagini riprese da telecamere cittadine disposte nei pressi del luogo dell'evento, ha condotto all’emissione dei provvedimenti, con cui ai sei tifosi sarà interdetto l’accesso alle competizioni sportive per la durata di due anni.
Intanto, dei due Daspo già comminati, il Gip non ne convalida uno, quello che riguarda il 27 enne in sella allo scooter in compagnia di Mimmo Franzese. Per la dott.ssa Camerlengo, non è penalmente rilevante la condotta omissiva che gli era stata contestata: non aver impedito al Franzese di colpire, secondo la polizia, la carrozzeria di un pullmino di tifosi laziali finito per errore in via Sturzo, dove non si sarebbe dovuto trovare. La decisione del Gip non ha al momento diretta conseguenza sul Daspo, che può essere eventualmente revocato se l'indagine sarà archiviata, o impugnato dinanzi al Tar.