Calcio, un impatto da 4 miliardi e mezzo. Ma le leghe minori soffrono

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Con oltre 4 miliardi e 500 milioni di euro, l’impatto del calcio sulla nostra economia e sulla società risulta sempre più evidente. Lo sport più popolare, quello che vede interessato il 57% della popolazione, ovvero oltre 34 milioni di persone, che vanta un fatturato diretto aggregato da 5 miliardi di euro e che incide per il 12% sul Prodotto Interno Lordo del Football Business Mondiale, offrendo oltre 42 mila posti di lavoro tra dipendenti, collaboratori e altre risorse.

Sono questi i numeri che si possono leggere all’interno del Bilancio Integrato pubblicato dalla FIGC, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, e relativo al 2022. Numeri positivi, senza ombra di dubbio, che nascondono però una grande crisi: quella delle serie minori, sempre più lasciate a sé stesse, tra difficoltà, paletti normativi da rispettare e un calo dell’attenzione da parte del sistema politico. Una parte di calcio che, tra Serie B e Serie C, ha pagato un prezzo altissimo nel post pandemia con oltre 10 milioni di potenziali spettatori persi e una perdita di ricavi, derivati dal ticketing, pari a 90 milioni di euro. Una cifra lontana rispetto ai 416 milioni persi dalla Serie A, ma comunque fondamentale per un sistema come quello calcistico e professionistico.

Per questo il mondo del calcio si deve guardare attorno, per trovare nuove strategie di sopravvivenza e soprattutto nuovi ricavi. È in questa prospettiva che si deve leggere il rapporto tra club e società con brand di gambling, ovvero la filiera del gioco d’azzardo pubblico e legale. Un sistema che potrebbe far entrare nelle casse del calcio oltre 90 milioni di euro e che invece è stato cancellato. In Italia, infatti, dal 2018 è illegale stringere rapporti di sponsorizzazione di questo tipo, così come in Spagna che dal 2021 ha impedito alle società di Liga e Segunda Division di aver come sponsor società di betting. Una possibile soluzione, come si legge su Giochidislots, allora è quella degli accordi di infotainment, come nel caso della Roma con Starcasinò o dell’Inter con LeoVegas, ovvero accordi basati sulla visibilità e sulla produzione di contenuti esclusivi, pensati su misura per i tifosi, come interviste, contest, gare, video e immagini riservate.

Una soluzione che potrebbe essere interessante anche per il Benevento, una società che, come tante altre, deve fare i conti con un bilancio in rosso e con la crisi dei ricavi. Al 30 giugno del 2021 le perdite erano di oltre 30 milioni di euro, mentre l’esercizio 2020 si è chiuso con un segno meno di oltre 25 milioni. Il fatturato della società campana, secondo quanto riporta Calcio&Finanza, è stato pari a 44 milioni e 800 mila euro mentre i costi sono saliti a oltre 74 milioni. Numeri e dati che sono comuni a tanti altri club, soprattutto nelle leghe minori, costretti a barcamenarsi tra perdite, retrocessioni e crisi economica. Per questo serve una nuova attenzione normativa, perché il calcio, in Italia, non è solo quello della Serie A.

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