Gli introiti nel calcio senza gli sponsor dei casinò online
Il mondo del calcio è spesso cartina di tornasole di tutto ciò che accade nella nostra società, in Italia lo è ancor di più. Nel nostro Paese stiamo ancora lottando contro fenomeni solo fino a poco fa erroneamente considerati “da stadio” come razzismo, violenza, discriminazione territoriale, debellati da anni in altre Nazioni come l’Inghilterra, nonostante fosse la patria degli hooligans. La crisi economica del 2000 ha colpito anche le casse dei club nostrani, ne vediamo tutt’oggi le conseguenze, ultimo esempio il Milan escluso dalle Coppe Europee per questa stagione 2019/2020. In altre realtà più appetibili come Inghilterra, Francia e Spagna, si è affermato il fenomeno di ingenti capitali provenienti dagli Emirati Arabi, che hanno letteralmente cambiato le sorti di club quali Arsenal, Paris Saint Germain, Manchester City, fra i tanti.
Gli introiti delle TV, la Champions ed il paracadute per le piccole
In Italia, da quest’anno, i club dovranno fare a meno dell’ingente supporto che era precedentemente garantito da piattaforme di scommesse e casinò online come Starcasinò, che a suo tempo era sponsor del Torino Calcio, oppure Betway, che sponsorizza la Roma. I club italiani rinunceranno a diversi milioni di euro provenienti dai siti di gaming, ma il discorso non riguardava soltanto i club del maggiore campionato, anche diverse realtà di serie B, potevano contare su quest’apporto economico, come il Pescara con BetClick e il Palermo con Eurobet.
Per quanto riguarda i guadagni in Champions, sono ripartiti in base a varie condizioni, la Juventus potrà contare sui 30 milioni per il ranking storico, 15 milioni per la partecipazione e 10 milioni per altri parametri legati a bacino d’utenza e ranking pool. Napoli e Inter seguono a ruota con rispettivamente 40 e 35 milioni, moneta preziosa in vista del pareggio FFP del prossimo anno, che ha già punito un’italiana (come detto il Milan). Tornando in Italia possiamo considerare che la Serie A vale 1,41 miliardi di euro annui totali in termini di diritti TV, MediaPro, concessionario dei diritti del campionato italiano, ne ha pagati 1,05 miliardi. I numeri in serie A sono comunque ingenti, se pensiamo che l’ultima della graduatoria, la Spal, può portare a casa un bel gruzzolo, che ammonta a più di 40 milioni di euro. Vera e propria manna dal cielo, che si aggiunge anche ai premi relativi ai piazzamenti così ripartiti:
- Vincitore del titolo: 23,4 milioni di euro
- Seconda classificata: 19,4 milioni di euro
- Partecipazione Supercoppa Italiana: 3,375 milioni di euro
- Ultimo Posto in Campionato: 900 mila euro
- Penultimo Posto: 1,6 milioni di euro
- Terzultimo Posto: 2,2 milioni di euro
Via via a salire verso le posizioni più alte di classifica, un’unica differenza netta, appara fra il 10° ed il 14° posto, dove ci sono ben tre milioni di euro di distanza.
Il paracadute
Il sistema del paracadute è un ammortizzatore per aiutare le squadre retrocesse a diminuire l’impatto così feroce di una discesa di categoria. Il valore di questo “premio” concesso alla retrocessa varia in base all’appartenenza della squadra a determinate fasce, così ripartite:
FASCIA A | Sono le neopromosse tornate in Serie B dopo una sola stagione | PREMIO 10 milioni di euro |
FASCIA B | Le retrocesse dopo aver disputato almeno due anni di Serie A | PREMIO 15 milioni di euro |
FASCIA C | Retrocesse che hanno militato in serie A per almeno tre stagioni nelle ultime quattro | PREMIO 25 milioni di euro |