Il caso delle plusvalenze fittizie fa tremare la Serie A. Dopo l'inchiesta di Calciomercato.com e gli articoli a firma Pippo Russo, anche il Fatto Quotidiano si occupa della questione. Negli ultimi anni questo strumento è sempre più stato utilizzato dalle società per coprire buchi di bilancio che, diversamente, metterebbero nei guai il club. La bolla, però, rischia di esplodere, come testimoniato anche dalle parole del presidente della Figc Gabriele Gravina, che alla Domenica Sportiva del 10 marzo ha lanciato l'allarme: "È nostro compito attenzionare plusvalenze e scambi sospetti. Tutti gli scambi senza finanza vanno segnalati alla Procura e segnaleremo alle società di revisione se alcuni elementi danno sospetti, facendoli intervenire. E obbligheranno una svalutazione della plusvalenza fittizia".
COME FUNZIONANO - Con questo meccanismo, i club mettono subito a bilancio delle cifre che, in realtà, nelle casse societarie non entrano. O, nella migliore delle ipotesi, entrano dopo diversi anni. Nella stagione 2016/17, le società di Serie A hanno incassato 2,6 miliardi di euro, spendendone però 3,3 miliardi. Per coprire le perdite da 711 milioni sono intervenute così le plusvalenze: ben 749 milioni, cosicché il saldo finale fosse positivo di 38 milioni. DALLA JUVE A INTER E MILAN - Ad avere bilanci a rischio sono quasi tutti i club di Serie A: Il Fatto sottolinea come l'Inter abbia 668 milioni di debiti, il Milan 537 milioni, la Juventus 384 milioni. Proprio la società del presidente Andrea Agnelli è tra le più attive sul fronte delle plusvalenze: la scorsa estate ne mise a bilancio per 43,7 milioni, solo a gennaio 36,7, per un totale di oltre 80 milioni. Tra le operazioni più discusse, quelle con le due genovesi: Audero alla Sampdoria ha fatto registrare una plusvalenza di 18,9 milioni, il ritorno di Sturaro al Genoa 13,6.
IL CASO TELLO - Curioso anche il caso di Andres Tello: dopo diversi anni in prestito, la scorsa estate la Juve cedette il colombiano al Benevento per 2,5 milioni di euro, mantenendo il diritto di recompra per otto milioni. A gennaio, però, la Juve comunica di aver rinunciato a questa opzione e mette a bilancio l'ennesima plusvalenza, da 1,89 milioni. Una mossa che ha fatto nascere una controversia regolamentare tra la Lega Serie A, la Figc e la stessa Juve, che ha mandato una lettera alla Federazione per spiegare la delicata situazione.