Cinque a zero in amichevole contro la formazione Berretti e la conferma che ormai la difesa a quattro è qualcosa in più di una valida alternativa. Diciamo che lo schieramento difensivo a tre (o a cinque) al momento è stato messo in disparte. Nel primo tempo, al PoliGiovino, Massimo D’Urso ha provato uno 4-2-3-1 molto sperimentale, mentre nella ripresa la squadra è stata schierata secondo il 4-3-1-2. Le reti sono state messe a segno da Razzitti, Caruso (doppietta), Selvatico e Agodirin. A margine della partitella infrasettimanale, è stata la volta della conferenza stampa coi calciatori. A sottoporsi ad una chiacchierata coi giornalisti è stato il portiere Matteo Grandi. L’ex numero uno del Bassano, ultimamente, nelle gerarchie di D’Urso ha scalzato Scuffia. Il pensiero di Grandi è proprio al suo compagno: «Per un portiere non è mai facile essere sostituito dopo sei partite. Nei suoi panni, penso che possa dare fastidio, ma a Scuffia posso dire che il ruolo del secondo portiere non esiste più. Allenarsi al 100% serve ad aumentare il livello di entrambi». Nel modo di giocare, il suo punto di riferimento potrebbe anche essere un calciatore molto importante: «Gioco alto, magari non come Neuer, ma mi piace restare più alto per leggere prima il gioco e gestire la squadra. Penso sia questo che fa la differenza. Anche perché fra i pali sono bravi tutti». A sentirlo, nessun problema l’aver esordito in una gara delicata come quella di sabato scorso: «È sempre una questione di testa. E poi sono entrato in campo non per dimostrare qualcosa, ma per giocare sereno e fare quello che so fare. Gli altri compagni mi hanno sempre aiutato, anche durante le partite. Ci carichiamo sempre sul campo». Uno sguardo poi alla difficilissima trasferta di Benevento: «E’ una gara importante come tutte le altre. I campani, in classifica, stanno meglio di noi, giocano in casa, ma non dobbiamo essere intimoriti. Con la prestazione di sabato scorso, non abbiamo preso coraggio…bensì autostima perché sappiamo le nostre qualità».
catanzaroinforma