“Non vogliono proprio che vada via dal calcio”. Lo dice col sorriso sulle labbra. La notizia gli riempie il cuore di gioia: il suo Benevento è in serie A se non dovesse esserci la possibilità di una ripresa dei campionati. Ma se arriverà quel fischio d'inizio tanto atteso, non avrà problemi a indossare nuovamente i panni del gladiatore e consacrare sul campo la promozione più bella. E' la storia del Sannio. E' la storia che Oreste Vigorito ha saputo riscrivere in un'epoca così lontana da quella che raccontava “la battaglia delle forche caudine”. Più volte in questi anni aveva chiesto di non rinunciare ai sogni eppure, raggiunto telefonicamente, ci confessa candidamente di aver avuto un po' di sconforto in questi mesi dinnanzi a voci che, seppur da bar, ipotizzavano un possibile annullamento dei campionati. Una follia. Che in un mondo speso folle poteva diventare realtà. “Ho sempre confidato nell'operato delle Istituzioni e nella loro capacità di tener conto del merito sportivo e del buon senso. Ma ammetto che qualche volta ho temuto che potessero toglierci quello che sul campo era già diventato un diritto”. Vendidue punti sulla terza sono tanti, troppi anche per chi aveva provato a nasconderli dietro i propri interessi personali. Ha vinto il buon senso. Con la speranza che anche l'Italia potrà avere la meglio in quella che è la partita più importante: “Mi auguro che presto anche la situazione sanitaria possa migliorare ulteriormente”. Perché c'è una gioia da condividere con tutti: “Che avvenga attraverso il campo o col merito sportivo, non vedo l'ora di poter condividere questo successo con tutti quelli che hanno reso possibile il sogno. Non c'è mai un solo artefice. C'è una squadra, un team, una città che hanno saputo mettere la loro firma su un progetto che ha radici lontane ma che vive per un futuro più bello”. Parole che portano alla mente quelle pronunciate non troppo tempo fa. In occasione dei novant'anni della strega. Una promessa. La A e il suo Benevento insieme per una lunga storia d'amore.
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