In B c'è il primo verdetto

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Un poker d’assi, fra promesse mantenute e sorprese, determinante. I segreti di un Brescia troppo forte per dover passare dai playoff. Chiamato per forza di cose a una cavalcata vincente. Chi ha concesso il bis, da questo punto di vista, è Alfredo Donnarumma. Lui c’era passato già l’anno scorso, con l’Empoli, sotto l’arco di trionfo. Una promozione imperiosa, un bottino di gol notevole in coppia con Ciccio Caputo. Ma in biancazzurro ha fatto ancora meglio. Ha segnato così tanto da guadagnarsi il soprannome di AD9, sulle orme di CR7. E del resto segna alla media di un Cristiano Ronaldo. E quando non segna serve assist.
IN VETRINA — Se Donnarumma non ha stupito, confermando semmai quanto di buono messo in mostra in passato, chi ha fatto un clamoroso salto di qualità è Ernesto Torregrossa. Che fosse forte si sapeva, ma ci si domandava cos’avrebbe potuto combinare se le noie muscolari che lo frenavano fossero svanite. E se, per dirla con Eugenio Corini, avesse "finalmente capito quant'è forte". Con la miglior salute, è arrivato un altro giocatore. Compiuto in tutto quello che gli mancava, lui che era sempre un giocatori da quasi-perfetto, adesso è un attaccante totale, letteralmente immarcabile in B. Perché fa tutto bene e lo fa ovunque. Avanti di questo passo e gli si schiuderanno le porte del grande calcio. Come il suo compagno di reparto, Torregrossa può tranquillamente ambire alla maglia azzurra che con Mancini commissario tecnico hanno potuto conquistare partendo da lontano anche elementi come Lasagna e Pavoletti.
IL VIVAIO DEI TALENTI — Nel giro azzurro c’è già il fiore all’occhiello del settore giovanile, diventato a soli 18 anni uomo-mercato ai massimi livelli: Sandro Tonali, regista che nasce mezz’ala, qualità tecniche evidenti quanto la tignosità, la solidità fisica che si sposa a un carattere eccezionale. Leader nato, Tonali va in mezzo al campo a comandare. Impressionante, vista l’età. Ma la sua personalità è dote innata, rispecchiata da uno sguardo degno di certi personaggi western cari a Sergio Leone. Il successo del Brescia premia un vivaio mai avaro di talenti. E allora in difesa ecco la vera sorpresa: Andrea Cistana, classe 1997. Nato terzino e diventato centrale, non è molto alto, non ha troppi muscoli, fisicamente parrebbe destinato a soccombere quando marca il centravanti-armadio di turno. Ma ha l’anticipo, la tecnica nell’uscire palla al piede. Svelto di mente, adora impostare e sa farsi rispettare. Come Tonali, tende a imporsi. Anche nel suo caso, questione di madrenatura. Ed è naturale che gente così finisca dove deve stare. In Serie A.
gazzetta.it
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