Dal prato alla panchina con l’obiettivo di vincere: la storia degli ex rossoneri Inzaghi e Shevchenko

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Sono considerati, a ragion veduta, tra gli allievi migliori e più vincenti dell’allenatore Carlo Ancelotti. Con l’ex tecnico del Napoli, oggi in forza all’Everton, sono stati tra i protagonisti in campo della vittoria del Milan in Champions League, nella stagione 2002/2003. Stiamo parlando degli attaccanti Filippo Inzaghi e Andriy Shevchenko, autentici goleador che da giocatori, a suon di giocate formidabili, hanno condotto il Milan e le rispettive formazioni verso traguardi unici. Fino a qualche anno fa, i due dividevano lo stesso reparto di gioco sul rettangolo verde; oggi Inzaghi e Shevchenko sono due stimati e vincenti allenatori, il primo sulla panchina del Benevento in Serie A e il secondo sulla panchina della nazionale dell’Ucraina.

Inzaghi, come è noto, sta guidando le Streghe verso il ritorno nella massima serie di calcio. Il suo Benevento ha ipotecato il salto in Serie A ormai già da settimane, cancellando ogni precedente record in Serie B. La compagine campana, guidata dalle sapienti mani di Inzaghi, è ormai una macchina perfetta, capace di inanellare vittorie su vittorie e di staccare la seconda in classifica in Cadetteria di venti punti dopo ventotto giornate. Sono stati in tanti a paragonare questo Benevento all’Ascoli di Mimmo Renna che fu promosso in Serie A nel 1978 con sette giornate d’anticipo. Si tratta di un record che resta alla portata dei sanniti e che la formazione di Inzaghi potrebbe facilmente conquistare appena riprenderà il campionato. Intanto il Benevento si gode il suo primato in classifica ma non solo: le Streghe hanno anche il miglior rendimento per quanto riguarda il numero delle vittorie (sia in casa, dove è l’unica imbattuta del campionato, che in trasferta), i gol fatti e i gol subiti (appena quindici in ventotto partite).

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Prima dell’approdo in Campania, alla sua prima vera esperienza da allenatore, Pippo Inzaghi era riuscito a portare il Venezia in Serie B, sfiorando l’anno successivo l’impresa della promozione in Serie A, dopo la semifinale persa contro il Palermo. Eppure Inzaghi, come dallo stesso riferito in una recente intervista, non avrebbe mai potuto pensare di intraprendere la carriera di allenatore una volta smessi i panni di uno dei bomber più prolifici della storia del calcio europeo. Anche perché lo stesso non avrebbe mai voluto lasciare il Milan e il calcio giocato. Se Inzaghi oggi è lì in alto con il Benevento, il merito è (in parte) anche di Adriano Galliani e del fratello Simone. L’ex dirigente del Milan e l’attuale allenatore della Lazio sono state le persone che hanno convinto Inzaghi a tuffarsi in questa nuova avventura. Oggi Inzaghi è tra gli allenatori più seguiti in Italia. Il Benevento e i suoi tifosi se lo tengono stretto.

Come l’attuale tecnico dei sanniti, anche un altro grande attaccante del passato rossonero, Andriy Shevchenko, ha intrapreso la carriera di tecnico una volta appese le scarpette al chiodo. Sheva, che da giocatore ha vinto tutto, arrivando a segnare oltre 140 gol in Europa (terza migliore prestazione di sempre, proprio dietro Inzaghi e Raúl), è considerato oggi una stella e ambasciatore dello sport del mondo, tanto che non mancano le sue partecipazioni a tornei ed eventi sportivi, come qualche anno fa in occasione dell'EPT10 di Praga quando si è trovato persino allo stesso tavolo da gioco con Alberto Tomba e altri personaggi sportivi internazionali.

Shevchenko, da poco più di due anni alla guida della nazionale del suo paese, è già riuscito a conquistare traguardi assai ambiti, come il primato del girone della UEFA Nations League (e la promozione nella massima serie del nuovo torneo per nazioni europeo) e, più di recente, la qualificazione ai prossimi campionati europei, arrivando addirittura primo davanti al più quotato Portogallo di Cristiano Ronaldo nel girone di qualificazione, con sei successi e due pareggi in otto gare giocate. Una impresa mica da ridere per uno che da pochissimi anni ha smesso i panni dell’attaccante.

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